terça-feira, 16 de março de 2010

LA MIA CALABRIA ...DAL BRASILE

"La mia calabria ...dal Brasile"
di Antonello Monardo
www.eccellenzecalabresi.it/sezioni.asp?cat=12
www.parlandoitaliano.blogspot.com

Diffondere le mie radici Come la maggior parte degli oriundi, sono cresciuta ascoltando storie dell’Italia. Sono cresciuta ascoltando parlare in dialetto calabrese, nascondendo il mio “Sette Bello” affinché mio nonno paterno potesse vincere, ed ascoltare Il mio nonno materno suonare la chitarra per accompagnare il canto della terra lasciata, mangiare Il turdije di una nonna o ridendo della caparbietà dell’altra. I miei nonni - tutti e quattro i calabresi! – Sono arrivati in Brasile già sposati, ma in condizioni molto diverse, anche se guidati dalla stessa speranza. Il mio nonno paterno aveva frequentato fino al quarto anno di Medicina, a Napoli e la sua giovane moglie era figlia unica di un giudice. Lui emigrò ben prima. É andó a riceverla con Il suo vestito bianco al Porto di Santos. Dante, il loro primo figlio, con quasi quattro anni, ha avuto bisogno di tempo per abituarsi alla presenza paterna, che non ricordava bene. Il mio nonno materno venne con un contrato di colono portando con sé la moglie e il loro primo figlio, Vincenzo. Son dovuti passare dalla “Hospedaria”, in Sao Paulo, e sono stati condotti a Gavião Peixoto, nella regione di Araraquara / SP. Da lí è andato a prendere possesso, come proprietário, di terreno relativamente grande, vicino a Pindorama / SP. Installatesi le famiglie in questa cittá, che ha visto crescere i loro figli e finì tessendo il matrimonio dei miei genitori - Victorio Hugo Gallo e di Santa Assumpta Spina. Era l’anno 1925. Ed è stato il compleanno di mio padre, 7 di ottobre. Festa con tutti i motivi.
Io sono la giovane di tanti fratelli e ho atteso in silenzio la possibilità di conoscere l’Italia. Non avrei mai potuto immaginare che la fortuna avrebbe potuto contemplarmi con molto di più di un semplice viaggio turistico.
Viaggiammo, io e mia figlia Manuela, per il Portogallo, dopo la Spagna. Da lí, da Barcellona, abbiamo preso una nave della Famiglia Grimaldi, Principi di Monaco, che sono di origine genovese e, dopo un’ansiosa giornata, abbiamo raggiunto il porto di Genova.
Il nostro viaggio in Italia doveva per forza iniziare da questa città, da dove sono inbarcati i miei quattro nonni. Il mio modo per onorarli, é stato arrivare in Italia dallo stesso porto da dove l’avevano lasciata.
Con Il massimo dell’emozione, percorsi Il pontile del molo e mi chiedevo se stavo camminando sui loro stessi passi.
In questo primo viaggio non ho avuto la possibilità di arrivare in Calabria, ci siamo fermati a Napoli, impediti dalle tempeste. Ma con la promessa di tornare.
L'anno successivo, sono entrata in contatto con amici che mi hanno facilitato l’approssimazione ai parenti paterni, in Scigliano, nella provincia di Cosenza.
L'emozione é stata così grande nel riconoscere i volti e nomi, che al momento ho completamente dimenticato di avere la macchina fotografica appesa al collo. Per questo, ho avuto bisogno di tornare, E sono sempre ritornata.
Vado spesso in Italia. Ma devo tornare in Calabria, ogni volta. Per una calabrese come me, non ha senso andare in Italia e non andare in Calabria.
É come tornare a casa e non entrare, fermarsi nel piccolo cancello del giardino. É lasciare di sentire il calore della gente, l'odore del mare calabrese, pieno di memorie.
Ho imparato a assaporare un buon peperoncino, bere un vino fatto in casa, e regalare ‘nduja e sopressata. Ho imparato a rispettare il cacciatore e la caccia al pesce spada a Scilla, in particolare nello Stretto di Messina, ascoltando storie fantastiche su come cacciarlo (pesce spada, non si pesca!) E, finalmente, ho potuto comprendere il profondo dolore contenuto nella canzone di Domenico Modugno .
Ho imparato a conoscere questa figura leggendaria chiamata Calabrese. Ho imparato a riconoscere le mie radici. Ho imparato a mostrare l'orgoglio per esse.
Mia figlia e io abbiamo la doppia cittadinanza da lungo tempo. Oggi stó aspettando l’inclusione delle mie due nipotine.
Presto ho l’intenzione di portare, per lo meno Luisa, che é la piú grande, che ha giá quattro anni, la stessa etá che aveva mio zio Dante nell’arrivare in Brasile, per conoscere la nostra terra.
Desidero che lei conosca "in loco" la terra da dove é partita la bisnonna Luisa e che sia fiera del nome che porta, del soprannome che ha nel sangue, della storia che ho raccontato in un libro.
Dentro di noi c'è molto della Calabria. In essa c’é la fonte delle nostre vite e di tante altre vite di altre famiglie che sono passate, come immigrati che stimo con ammirazione e rispetto, i disagi di un’avventura senza impari.

Rosalie Gallo - Sao Jose do Rio Preto (SP)






ANTONELLO MONARDO

www.italiachiamaitalia.net/news/151/ARTICLE/20603/2010-03-11.html

'Sul caffè le prospettive sono buone, dovuto al fatto che sta aumentando sempre di più, in Brasile, il consumo del caffé di qualità, perché è aumentata l’esigenza del consumatore'

Gli amici lettori della sezione Brasile di Italia chiama Italia si saranno già accorti che nelle nostre interviste abbiamo una "ossessione" per gli imprenditori italiani che hanno scelto di svolgere le proprie attività in Brasile. Riteniamo che il capitale umano ed economico italiano all’estero è pur sempre italiano e porta benefici all’Italia e all’italianità nel mondo, alzando il nome dell’Italia e della sua eccellenza produttiva oltre confine. Questo dunque è il motivo che ci spinge a ricercare uno degli imprenditori italiani che più successo ha riscosso negli ultimi anni in terre brasiliane, Antonello Monardo, il produttore di caffè di qualità superiore che non si limita a commercializzare il suo prodotto, ma che ritiene un suo dovere portare ai brasiliani la cultura e le tradizioni italiane. Antonello nella intervista che vi proponiamo di seguito ci racconta un po’ degli sviluppi dei suoi progetti, della pubblicazione recente del suo primo libro “Pazzo per Caffè” e delle opportunità di investimento estero in Brasile.

Caro Antonello, siamo ormai a quasi un anno dalla tua prima intervista a Italia chiama Italia, quando ci hai raccontato un po’ della presenza italiana a Brasilia, il centro politico del Brasile, e delle tue tante iniziative con lo scopo di portare l’Italia sempre più vicina alle persone che vivono nel Brasile centrale. Passato un anno da quella prima nostra chiacchierata vorremmo sapere da te l’evoluzione di questi progetti e le novità che prospetti per questo 2010.
Con la scuola PARLANDO ITALIANO, ... cantando, mangiando, viaggiando,... abbiamo superato il primo anno di attività, collocandoci come prima associazione divulgatrice della cultura italiana a Brasilia. Sia mettendo a disposizione i nostri spazi alla comunità per eventi sociali e beneficenti, come la raccolta di fondi per i terremotati dell’Abruzzo, divulgazione del film contro la prostituzione e sfruttamento minorile a Fortaleza, Corso sull’Emigrazione Italiana e ricerca Genealogica, presentazione del Premio Nosside di Poesia, e sia nella divulgazione della lingua italiana, attraverso vari tipi di corsi di gastronomia e cultura italiane e con gli “incontri” di gastronomia regionale. Abbiamo in programma, tra l’altro l’organizzazione di un Festival di Gastronomia Italiana “Gusto Italiano” dove per un periodo di tre settimane saranno coinvolti i principali ristoranti brasiliensi (più di 50) che dovranno preparare e offrire al pubblico ad un prezzo promozionale i principali piatti della tradizione italiana. Conteremo con l’appoggio ufficiale dell’Ambasciata Italiana. Collateralmente saranno organizzati eventi come show, work-shop e incontri gastronomici.

Un grande avvenimento per te nel 2009 è stato senz’altro la pubblicazione del tuo libro Louco por Café /Pazzo per Caffè (edizione bilingue portoghese/italiano, casa editrice Senac, 2009, 84 pagine). Nel libro racconti con il testo di Leandro Fortes e le illustrazioni di Luigi Pedone un po’ della storia della tua passione per il caffè e per il Brasile. Ci vorresti raccontare un po’ di come è nata l’idea del libro?
Già dall’inizio della mia approssimazione al caffè brasiliano, notavo una carenza di pubblicazioni sul tema. Parlando con gli amici della Senac Editrice hanno adottato l’idea ed è stato chiamato il giornalista della Rivista Carta Capital Leandro Fortes, che già è stato autore di altre opere pubblicate del Senac del Distretto Federale, tra i quali "Beirut - Aromi, amori e sapori", "Il Bistró di Alice" e "Gula d'Africa". Vi è inoltre una sequenza di fumetti disegnati da Luigi Pedone e immagini del fotografo Daniel Madsen che illustrano ricette di caffè create specialmente per i lettori.

Come è stato il processo di stesura del testo con Leandro Fortes?
Leandro innanzitutto é un appassionato di caffè. Ricordo che, alla Fiera del Libro di Brasilia del 2005, in occasione del lancio del libro “Beirut”, sopra citato, ho comprato il libro, mi sono avvicinato al tavolo degli autografi, il primo a firmarlo é stato il proprietario del ristorante, il mitico Francisco Marinho (chiquinho), che ha scritto “Al grande fratello” dopodiché mi sono avvicinato a Leandro Fortes, che non mi conosceva, e mi sono presentato: “...sono Antonello Monardo del caffé...” lui ha pensato tre secondi e ha scritto: “Molte grazie, per aver migliorato molto (sottolineato) il caffé del Beirut! Abbracci”. Per poter entrare nella mia storia, sono bastati alcuni incontri, chiacchierando come vecchi amici, e la partecipazione ad un’edizione dei nostri corsi di barista da me condotto, dove chi legge il libro troverà delle “nozioni tecniche” sul tema, ma con “enfasi ludica”.

Hai viaggiato per il paese per il lancio e la promozione del libro. Come è stato accolto nelle diverse città in cui sei stato e quali sono ancora i posti che intendi visitare per divulgare il “Pazzo per Caffè”?
Il libro é stato accolto benissimo, dopo tre mesi aveva già venduto più di metà tiratura. Il lancio ufficiale che è avvenuto a settembre nel Caffé Culturale Senac presso il Centro Culturale della Caixa Economica ha contato la presenza di vari amici e autorità tra i quali l’Ambasciatore Italiano a Brasilia Gherardo La Francesca e Signora. A fine ottobre c’é stato un lancio anche in Italia nell’occasione della Fiesta Host di Milano, sono stato invitato dall’amico Enrico Maltoni che ha creato uno stand di 220 mq. della sua raccolta itinerante di macchine per caffè espresso d’epoca, lì nel secondo giorno di fiera é stata fatta una “tavola rotonda pubblica” per la presentazione del libro. Al ritorno dall’Italia sono stato invitato dai dirigenti della FNAC a fare una sezione di autografi nel negozio della prestigiosa Avenida Paulista di San Paolo e nell’appena inaugurata FNAC di Ribeirão Preto, oltre al fatto che il libro è stato inserito nel “Catalogo di Natale FNAC”. Nella Livraria Cultura di Brasilia alla tavola di autografi si é aggiunta la mostra dei disegni originali del libro di Luigi Pedone. Di recente mi è stata richiesta una presentazione al Museo del Caffé di Santos. Vedremo questo ed altre iniziative subito dopo Carnevale, che come tutti ben sanno é l’inizio ufficiale dell’anno commerciale in Brasile.

Come il settore del caffè in Brasile e nel mondo ha resistito alla crisi dell’anno scorso? Quali sono le prospettive per il 2010?
Il Brasile ha resistito bene alla crisi in generale, nei confronti di altri paesi, come USA ed Europa. Sul caffè le prospettive sono buone, dovuto al fatto che sta aumentando sempre di più, in Brasile, il consumo del caffé di qualità, perché è aumentata l’esigenza del consumatore; una prova sono i corsi di barista (oltre a work-shop, conferenze, incontri, ecc.) che organizzo, che solo a Brasilia sono arrivati alla 34º edizione, dove più del 60% dei partecipanti sono apprezzatori che giustamente in seguito saranno “clienti esigenti”. Una frase che ripeto sempre all’inizio del corso: “...siete in tempo a desistere, perché alla fine del corso, diventerete clienti esigenti e quindi noiosi...”. Avendo un pubblico esigente tutto il “ciclo produttivo”, dall’agricoltore, torrefattore, barista e consumatore, se ne beneficia.

Con il recente boom del Brasile, con le Olimpiadi del 2016 e i mondiali di calcio del 2014 e, allo stesso tempo, con la crisi che sembra perpetuarsi in Europa, Stati Uniti e Giappone, credi che sia finalmente giunto il momento in cui il Brasile passerà da “paese del futuro” a “paese del presente”? Investire in Brasile è un buon affare?
Penso proprio di si! Malgrado i politici brasiliani il Brasile, sarà, o già lo é, una delle prime economie mondiali. Questo certo non vuol dire che ci sia “equitá sociale” con diritti per tutti come: istruzione, sanità, sicurezza, ecc. Ma sicuramente per investire è un buon affare.

Ultima e più difficile domanda: a proposito di mondiali di calcio, stiamo già facendo il countdown per il Sud Africa, come sarà il cuore di Antonello Monardo nel caso di Brasile e Italia incontrarsi nei campi africani?
Caro Rafael, la difficoltà della domanda sta nel fatto che non mi piace il calcio! Nella mia gioventù lo sport che ho praticato è stato il rugby, che come tutti sanno é antagonista del calcio, sia nella concezione dilettantistica che nella propria filosofia. Chiaramente, nel periodo della Coppa del Mondo di Calcio é impossibile non esserne coinvolto. Per questo, nel caso di una finale con Brasile e Italia, io sarei doppiamente premiato, ...con il primo posto dell’Italia e il secondo posto del Brasile.